Collezionare minerali: come riconoscerli


I minerali hanno da sempre affascinato l’uomo, basti pensare al diamante o all’oro, ma in generale questi ultimi sono sempre modellati per creare collane e ciondoli e per un collezionista di minerali naturali non va bene, i veri collezionisti di minerali ricercano quelle pietre che non sono state manipolate da mano umana. Ma come distinguere un minerale da un altro?

I minerali hanno un loro fascino e un loro mistero, strutture geometriche, particolari proprietà ottiche e tante caratteristiche che rendono ogni minerale unico nel suo genere; eppure nonostante questa diversità resta sempre difficile distinguere un minerale dall’altro per un occhio non molto esperto, questa è la prima difficoltà che un neofita che voglia collezionare minerali deve superare.
Partendo dal presupposto che la maggior parte delle persone che hanno una collezione di minerali è perché hanno acquistato i loro campioni in giro per il web o i vari mercatini, come si fa a non farsi ingannare? Come distinguere un quarzo (SiO2) dalla calcite (CaCO3)? O l’ematite (Fe2O3) dal’ilmenite (Fe+2TiO3), questi ultimi in particolare hanno un aspetto molto simile.
Ma andiamo con ordine, per prima cosa ecco un sito con schede complete di tutti i minerali con le loro relative proprietà http://www.minerali.it/index.aspx, ma quali sono queste proprietà?
·         Lucentezza
La prima cosa che salta all’occhio di un minerale è sicuramente la sua lucentezza che possiamo subito suddividere in due: lucentezza metallica, tipica di quei minerali nei quali la luce viene riflessa o assorbita, risultano dunque opachi (spesso i minerali del gruppo degli ossidi hanno questo tipo di lucentezza come l’ematite e l’ilmenite sopra citati).
Lucentezza non metallica, tipica di quei minerali trasparenti che a vederli sembrano simili al vetro (per dirlo in modo brutale) come il quarzo o la calcite.
Esistono anche altre definizioni di lucentezza, ma per semplicità mi fermerò qui, è già un buon punto di partenza per distinguere un minerale.
·         Colore
Il colore può essere indicativo ma solo in alcuni casi, l’azzurrite (Cu3(CO3)2(OH)2) o la pirite (FeS2) ad esempio hanno sempre lo stesso colore, questi minerali vengono chiamati idiocromatici, il vero problema sorge con quei minerali che sono allocromatici, cioè cambiano colore a seconda di vari fattori (difetti nel reticolo cristallino, ioni estranei all’interno del reticolo, ambiente in condizioni particolari durante la formazione…) il quarzo ne è un ottimo esempio, esistono infatti una moltitudine di varietà di quarzo e ognuno ha un colore diverso.

Quarzo rosa
Ametista
Quarzo citrino

Nel caso in cui un minerale sia allocromatico ci viene in aiuto lo striscio, baste infatti sfregare il nostro minerale su una superficie ruvida (generalmente viene utilizzata una lastra di porcellana) e guardare il colore della polvere che viene a formarsi, l’ematite ad esempio avrà uno striscio rosso mentre l’ilmenite di colore nero.
Ma come fare con tutti quei minerali che non lasciano striscio?


·         Durezza
Forse il primo parametro da tenere in considerazione dopo la lucentezza è proprio la durezza.
La scala di Mohs va da 1 a 10 e si può facilmente determinare la durezza di un dato minerale con semplici prove pratiche, basta infatti graffiare il nostro minerale in analisi con un oggetto di cui è nota la sua durezza sulla scala di Mohs, se il minerale viene graffiato significa che la sua durezza è inferiore a quella dell’oggetto usato, per esempio l’acciaio ha una durezza di 4.5 dunque non graffierà mai il quarzo che ha una durezza di 7, si può usare anche una moneta di rame (3 sulla scala di Mohs) o l’unghia (tra il 2 e il 3 dipende da persona a persona). Questo è il metodo migliore per riconoscere minerali come la calcite (durezza 3) dal quarzo.


Durezza
Sostanza o minerale
0.2–0.3
cesio, rubidio
0.5–0.6
litio, sodio, potassio
1
talco
1.5
gallio, stronzio, indio, stagno, bario, tallio, piombo, grafite, ghiaccio
2
nitruro di boro esagonale, calcio, selenio, cadmio, zolfo, tellurio, bismuto
2.5–3
oro, argento, alluminio, zinco, lantanio, cerio, giaietto
3
calcite, rame, arsenico, antimonio, torio, dentina
3.5
platino
4
fluorite, ferro, nichel
4–4.5
acciaio
5
apatite, zirconio, palladio, ossidiana
5.5
berillio, molibdeno, afnio, vetro, cobalto
6
ortoclasio, titanio, manganese, germanio, niobio, rodio, uranio
6–7
quarzo fuso, pirite, silicio, rutenio, iridio, tantalio, opale, peridoto, tanzanite
7
osmio, quarzo, renio, vanadio
7.5–8
smeraldo, tungsteno, spinello
8
topazio
8.5
crisoberillo, cromo, nitruro di silicio, carburo di tantalio
9
corindone, carburo di tungsteno
9–9.5
carburo di silicio, carburo di titanio
9.5–10
boro, nitruro di boro, stishovite
10
diamante, carbonado
>10
diamante nanocristallino (iperdiamante, fullerite superdura)
(Scheda presa da Wikipedia)

Esistono molte altre proprietà, una di queste è la forma che però vorrei approfondire in un articolo a parte in quanto lo ritengo un argomento troppo vasto, diciamo che per iniziare a prendere dimestichezza con i minerali questi 3 parametri sono sufficienti. 
Come ultimo consiglio che posso dare a chi vuole iniziare a collezionare minerali è di non rivolgersi a bancarelle in giro per mercati, ho visto parecchi falsi (sí i minerali possono essere creati artificialmente in laboratorio, in quel caso non hanno alcun valore), se vi sembra bellissimo, dal colore intenso e dalla forma perfetta e soprattutto dal prezzo basso…probabilmente è falso, ci sono molti negozi specializzati e siti internet per acquistare minerali, ma rimanete sempre con l’occhio vigile.

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